L’Atresia Polmonare senza Difetto del Setto Interventricolare (DIV) è una grave cardiopatia congenita caratterizzata dall’assenza o fusione della valvola polmonare, che impedisce il flusso sanguigno dal ventricolo destro ai polmoni. La sopravvivenza del neonato dipende esclusivamente dalla pervietà del dotto arterioso o dalla presenza di circoli collaterali aorto-polmonari (MAPCAs) in grado di garantire un flusso sanguigno polmonare sufficiente.
L’Atresia Polmonare può presentarsi in due forme principali: l'atresia Polmonare senza DIV, oggetto di questa trattazione e l'atresia polmonare con setto interventricolare integro, precedentemente trattata.
Sebbene i due nomi sebrino sematicamente affini, si tratta di due patologie differenti:
Atresia Polmonare senza DIV: assenza del setto interventricolare con ventricolo destro ipoplasico, flusso sanguigno polmonare sostenuto da collaterali aorto-polmonari o dal dotto arterioso.
Atresia Polmonare con Setto Interventricolare Integro: il setto interventricolare è intatto, il ventricolo destro è più sviluppato e il flusso polmonare dipende esclusivamente dal dotto arterioso.
Questa distinzione è fondamentale poiché le strategie terapeutiche e la prognosi variano tra le due forme.
Anatomia e Fisiopatologia
L'atresia polmonare senza difetto del setto interventricolare si caratterizza per:
La valvola polmonare completamente atresica, che impedisce il normale flusso sanguigno dal ventricolo destro ai polmoni.
Un ventricolo destro ipoplasico, secondario alla ridotta funzione e al mancato sviluppo dovuto all’assenza di carico pressorio.
Un flusso sanguigno polmonare dipendente dal dotto arterioso pervio (PDA) o dalla presenza di collaterali aorto-polmonari maggiori (MAPCAs), che compensano l’assenza di un’arteria polmonare funzionale.
L’ossigenazione sistemica è gravemente compromessa, con progressiva insorgenza di ipossiemia se non trattata tempestivamente.
Epidemiologia
L’Atresia Polmonare senza DIV è una patologia rara, con un’incidenza stimata di circa 1 su 20.000 nati vivi. È frequentemente associata a anomalie genetiche, in particolare alla sindrome di DiGeorge (delezione 22q11.2), che può determinare difetti immunologici, ipocalcemia e dismorfismi cranio-facciali.
Segni e Sintomi
La presentazione clinica è precoce e si manifesta entro le prime ore di vita con:
Cianosi severa, spesso evidente immediatamente dopo la nascita.
Difficoltà respiratoria e tachipnea progressiva.
Affaticamento e difficoltà nell’alimentazione, secondarie all'ipossiemia sistemica.
Soffio cardiaco, generalmente presente per il flusso attraverso circoli collaterali o shunt.
Senza un intervento immediato, la condizione è rapidamente letale nei primi giorni di vita.
Diagnosi
L’Atresia Polmonare senza DIV può essere identificata già in epoca prenatale mediante ecocardiografia fetale. Dopo la nascita, la diagnosi è confermata attraverso:
Ecocardiografia: evidenzia l’assenza della valvola polmonare e la presenza di flussi compensatori.
Cateterismo cardiaco: fondamentale per valutare l’anatomia della circolazione collaterale polmonare.
Risonanza magnetica cardiaca: utile per la mappatura dettagliata dei vasi polmonari.
Trattamento
Il trattamento è esclusivamente chirurgico e dipende dalla morfologia della circolazione polmonare:
Gestione neonatale: somministrazione di prostaglandine (PGE1) per mantenere la pervietà del dotto arterioso.
Shunt sistemico-polmonare: connessione tra l’aorta e le arterie polmonari per garantire un flusso sanguigno adeguato.
Unifocalizzazione: nei pazienti con circoli collaterali aorto-polmonari (MAPCAs), per creare un sistema vascolare più uniforme.
Riparazione definitiva: può includere l’impianto di un condotto ventricolo-polmonare per ristabilire una circolazione biventricolare.
Nei casi più gravi, quando la funzione cardiopolmonare è fortemente compromessa, il trapianto cardiopolmonare può essere l’unica opzione.
Prognosi
Senza trattamento, la sopravvivenza è estremamente ridotta. Con la chirurgia, la qualità della vita può migliorare significativamente, ma molti pazienti necessitano di interventi successivi per ottimizzare la funzione cardiopolmonare nel lungo termine.
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